Con imbarazzante ritardo vado a commentare la terza lezione del laboratorio online tenuto da Diego Cajelli.
Eravamo arrivati al "righello" che ci permette di definire la struttura di una storia di genere.
Nella terza lezione, invece, si parla di ciò che serve a una storia per essere raccontata. Del veicolo narrativo: il protagonista.
Prima ancora DC individua due vie per concepire una storia: quella eroica e quella prosaica.
Nella via eroica si lavora sull'extra-ordinario: invasioni aliene, per esempio.
Nella via prosaica si lavora sull'ordinario, la quotidianità: la storia della nostra vita, del primo amore.
A questo punto individua, nella via eroica, due tipi di eroe: quello classico e quello moderno.
L'eroe classico è quello integerrimo, chiamato a intervenire per ripristinare una situazione di calma dove l'equilibrio è stato rotto. Lui deve intervenire e lo fa.
L'eroe moderno è quello che spesso non riconosce neppure il disordine. Lui interviene perché in qualche modo è costretto a farlo e non sempre riesce a ripristinare l'equilibrio iniziale.
Ora sarebbe interessante analizzare le storie che ci hanno colpito di più e stabilire a quale categoria appartengono i loro protagonisti.
Iena "Snake" Plinsky è senza dubbio un eroe moderno, per esempio. Carpenter lo colloca in una città ormai fuori controllo e lo obbliga ad agire per tentare di salvarsi la vita. L'antieroe è servito.
Jake Sully ha tanto l'aria di un eroe classico, invece. Cameron gli dona la spiritualità della divinità sacra e lui agisce da vero eroe rinunciando, alla fine, al suo corpo umano.
E Neo? I fratelli Wachowski in questo caso creano un antieroe che si comporta da eroe?
Qui, la lezione.
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