domenica 4 novembre 2012

spasmo


Nel 1974, il grande Umberto Lenzi, firma Spasmo, un film definito a volte di genere drammatico, a volte giallo o noir. In effetti è un po' tutto questo. Se vuoi ha pure delle sfumature horror, come di consuetudine per quel genere di film che uscirono in quel periodo.
Christian, il personaggio principale, si ritrova a inseguire una misteriosa ragazza che lo catapulta all'interno di una situazione incomprensibile. Viene aggredito a più riprese, così che lui pensa sia il fratello, a volerlo morto. Da piccoli, i due, hanno perso entrambi i genitori in modo terrificante. Fritz, il fratello, scopre che entrambi sono affetti dalla stessa malattia mentale di cui soffriva il loro padre. Il finale svela tutto.
Non il miglior film di Lenzi, ma si lascia guardare senza nessuna difficoltà. L'idea migliore sono le bambole disseminate a manciate, qua e là, lungo tutto il film, delle quali soltanto nell'ultima scena, il regista, ci spiegherà qualcosa.
Un film che si sviluppa con suspance crescente, senza picchi veri e propri ma molto godibile.
Sei anni dopo, un venticinquenne di nome William Lustig, aiutato agli effetti speciali da Tom Savini, firma Maniac, sceneggiato e interpretato da Joe Spinell.


L'idea di base è quasi la stessa. Lustig riprende i manichini, la follia del protagonista, ma toglie tutta la suspance. Non ne ha bisogno. Sta nascendo lo splatter/slasher, infatti (nello stesso anno esce anche Venerdì 13), ma questo è un altro discorso.

Spasmo di Umberto Lenzi
Italia 1974
con Robert Hoffmann, Suzy Kendall, Ivan Rassimov

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