sabato 14 giugno 2008

il collezionista #3

Un cofanetto con dentro il cuore di mia madre.

Il nome impresso nella mia mente: Stefano.

Un CD rigato contenente le immagini della mia infanzia.

Il suo rispetto.

La seguente conversazione:
Lui. Che vuol dire che non riesci a starmi lontana?
Lei. Che mi manchi.
Lui. Ma stiamo ogni giorno a scuola nella stessa classe.
Lei. Ma tu stai la davanti. Mi fai ridere.
Lui. Infatti vieni sempre qui...
Lei. Già.
Lui. Un giorno mi dimenticherai.
Lei. Impossibile. Penso a te ogni giorno, come a tutti loro.
Lui. Un giorno dimenticherai tutti noi. Arriverà un momento in cui non ricorderai più la nostra esistenza.
Lei. Non è vero.
Lui. Si.
Lei. A te non ti dimenticherò mai.

Si, invece.

La versione inglese del libro contenente la soluzione di tutti i miei problemi.

La risposta di Dio alle preghiere dei più sfortunati:
No.

4 commenti:

Daniele Mocci ha detto...

Amarezza ed ermetismo...
Non è facile.
Non è rassicurante.
Sei tu.

marcello ha detto...

Mah, forse era tutta roba che aveva nello stesso angolo della ventiquattr'ore.

Carburo ha detto...

Ciò che spinge ad andare avanti a leggere è anche ciò che respinge.

Quando trovi questo equilibrio tra stati emotivi e stilistici diventa un piacere leggerti.

Fine del commento serio, inizio di quello faceto.

O concheddu, stasera vieni a riunione un po' prima di lunedì scoros.
Io arrivo alle otto meno quarto. Così "scappiamo prima" dell'una a.m., stavolta.

marcello ha detto...

D'OH!