IL FUMETTO.
(da wikipedia): "The Spirit è un personaggio dei fumetti creato da Will Eisner. Pubblicato dal 1940 fino al 1952, è stato ristampato più volte e tradotto in tutto il mondo.
Spirit è un detective mascherato che cerca di mantenere l'ordine e la giustizia. Dietro la sua maschera si cela il criminologo Denny Colt, creduto morto dopo uno scontro con lo scienziato criminale Dr. Cobra. Al suo fianco il commissario di polizia di Central City Dolan, sua figlia Ellen e il giovane taxista Ebony White. Non ha particolari super poteri ma nulla sembra poterlo uccidere, ha un fascino magnetico che attira le donne, una nemesi (Octopus) dotata approssimativamente delle stesse caratteristiche e un'identità reale che si è lasciato alle spalle tempo fa. Non ha passioni Spirit, non sembra animato da nessun particolare sentimento, da nessuna etica se non un ottuso senso di rispetto per l'ordine, da nessuna passione se non quella per la sua città che considera al pari di una donna: l'unica che gli fa venire gli occhi lucidi, l'unica che non tradirà mai, l'unica che rispetta. Tutte le altre sono solo avventure semiserie: medici, poliziotte, danzatrici, criminali e amori d'infanzia che tornano come dark lady dell'età adulta".
IL FILM.
La trama è quella che ho riportato qui sopra, nè più nè meno. Se volete leggere le avventure di Spirit, recuperate i fumetti, il film non è adatto a questo scopo.
Non avevo intenzione di recensirlo perché, per una serie di motivi, non rientrava nei film che volevo inserire in questo spazio. Ciò che sento dire in giro, tuttavia, a mio parere non rispecchia lo spirito della pellicola e una sfida con il socio Andrea Pau, alla fine, mi ha convinto a scrivere questo pezzo.
Frank Miller ne firma la sceneggiatura e la regia e finalmente ha piena libertà di azione ed esasperazione dell'effetto visivo finale. Intendiamoci, mi aspetto sicuramente molto di più dal genio di Miller, ma questo film è un passo successivo rispetto a ciò che vedremo in futuro. L'aspetto fondamentale, infatti, è l'effetto visivo che non ci può lasciare indifferenti. Sin dai primi secondi, The Spirit, ci appare come un fumetto che prende vita e non come una semplice e banale trasposizione cinematografica dell'ennesimo comic book. Altro aspetto importante è capire che siamo di fronte all'intrattenimento puro, un film creato per divertire e far luccicare le pupille. E, credetemi, ci riesce benissimo. Miller è riuscito a fare un film a colori, in bianco e nero. O viceversa. Cioè, per essere a colori è a colori, ma pare essere in bianco e nero. Puro stile Miller. Restituisce dignità ai fumetti che approdano al cinema. Crea un nuovo modo, certo non semplice (e meno male, quantomeno ci eviteremo la classica valanga di registi emulatori e incapaci), di proporre i fumetti in celluloide. Molto di più di quello che è stato fatto con Hulk (di Ang Lee), pessimo lungometraggio dove la soluzione di più "vignette" nello schermo che strizzavano l'occhio ai fumetti, erano la cosa più bella. Frank Miller ha rispetto dei fumetti e del suo pubblico, che lo ha accolto e acclamato come una rock star, tanto da cercare di portarli così come sono al cinema. Ne ha meno del mondo hollywoodiano, pur amando a dismisura il cinema, che lo ha rinnegato ai tempi di Robocop 2, ecco perché non si limiterà mai a una semplice trama che accontenti tutti, in nome di un incasso che decreta sempre quanto bello sia un film. Con The Spirit va oltre la trama (tra l'altro pare che la sceneggiatura non sia mai stato il suo forte), e costruisce una storia raccontandola per immagini. Stupende immagini (da non perdere i titoli di coda). Con The Spirit costruisce un fumetto e ne fa un film d'intrattenimento e spettacolare, sicuramente molto divertente e non solo per certe situazioni che spesso diventano grottesche. Lo stesso Miller da qualche parte ha dichiarato che non avrebbe mai concesso i diritti delle sue opere ai produttori cinematografici, salvo poi rimangiarsi tutto perché Rodriguez (con il quale ha diretto Sin City) gli ha insegnato che con le tecnologie attuali avrebbe potuto "disegnare" i suoi film. Dice di sentirsi come un bambino che gioca con i suoi nuovi giocattoli, perché è chiaro che le sue opere si basano sulle immagini. Chi va a vedere i film di Frank Miller deve mettersi il cuore in pace e accettarlo: probabilmente le sceneggiature avranno qualche problema, ma i dialoghi e le immagini spesso deliranti, bastano a pareggiare i conti con la carenza di una sceneggiatura perfetta dove tutto torna fino al colpo di scena finale che ci spiega l'intera storia e ci manda a casa felici, sicuri che sarà l'ultima (o quasi) volta che vedremo quel film. The Spirit, invece, sarà uno di quei film che rivedrò ancora e ancora perché ha tanto altro da dire oltre che raccontare le mirabolanti avventure di un incredibile super eroe senza macchia. Ci racconta di quante macchie abbia, in realtà, questo eroe, di quanto amore sia capace di provare un uomo per la propria città, l'unico essere femminile incapace di tradirlo e di come forte sia l'attaccamento ad essa quando l'unico modo per smascherare una traditrice materialista è difenderla a costo della propria vita. Ci racconta, inoltre, di quanto il regista ami le opere di Will Eisner, e il fumetto in generale, di quanto sappia scegliere bene gli attori (da non sottovalutare la scelta di un poco conosciuto attore per la parte di Spirit e quella di un gigante per il cattivissimo Octopus). Di quanto sia divertente la violenza dei cartoon "dal vero" e di quanto un'opera sola possa citare indistinguibilmente sia dal fumetto che dal cinema per il puro gusto di omaggiare tutto ciò che ci piace di questo triste mondo. Non dimentichiamo, poi, che questa è una storia hard boiled ambientata negli anni trenta, apparsa negli anni quaranta e adattata ai giorni nostri. Solo un artista dotato di grande talento avrebbe potuto compiere una tale acrobazia rendendo certe situazioni ancora accettabili a distanza di anni.
Insomma, andate a vedere The Spirit, sono tante le chiavi di lettura che potete usare, vedetelo un po' come vi pare, e poi magari mi raccontate cosa avete visto.
The spirit
Regia di Frank Miller
Con Gabriel Macht, Samuel L. Jackson, Eva Mendes, Scarlett Johansson, Paz Vega, Jaime King, Sarah Paulson, Stana Katic.
Tratto dall'omonimo fumetto di Will Eisner.
Per chi non fosse d'accordo con me può sempre leggere la recensione di Andrea accedendo da questo link.
(da wikipedia): "The Spirit è un personaggio dei fumetti creato da Will Eisner. Pubblicato dal 1940 fino al 1952, è stato ristampato più volte e tradotto in tutto il mondo.
Spirit è un detective mascherato che cerca di mantenere l'ordine e la giustizia. Dietro la sua maschera si cela il criminologo Denny Colt, creduto morto dopo uno scontro con lo scienziato criminale Dr. Cobra. Al suo fianco il commissario di polizia di Central City Dolan, sua figlia Ellen e il giovane taxista Ebony White. Non ha particolari super poteri ma nulla sembra poterlo uccidere, ha un fascino magnetico che attira le donne, una nemesi (Octopus) dotata approssimativamente delle stesse caratteristiche e un'identità reale che si è lasciato alle spalle tempo fa. Non ha passioni Spirit, non sembra animato da nessun particolare sentimento, da nessuna etica se non un ottuso senso di rispetto per l'ordine, da nessuna passione se non quella per la sua città che considera al pari di una donna: l'unica che gli fa venire gli occhi lucidi, l'unica che non tradirà mai, l'unica che rispetta. Tutte le altre sono solo avventure semiserie: medici, poliziotte, danzatrici, criminali e amori d'infanzia che tornano come dark lady dell'età adulta".
IL FILM.
La trama è quella che ho riportato qui sopra, nè più nè meno. Se volete leggere le avventure di Spirit, recuperate i fumetti, il film non è adatto a questo scopo.
Non avevo intenzione di recensirlo perché, per una serie di motivi, non rientrava nei film che volevo inserire in questo spazio. Ciò che sento dire in giro, tuttavia, a mio parere non rispecchia lo spirito della pellicola e una sfida con il socio Andrea Pau, alla fine, mi ha convinto a scrivere questo pezzo.
Frank Miller ne firma la sceneggiatura e la regia e finalmente ha piena libertà di azione ed esasperazione dell'effetto visivo finale. Intendiamoci, mi aspetto sicuramente molto di più dal genio di Miller, ma questo film è un passo successivo rispetto a ciò che vedremo in futuro. L'aspetto fondamentale, infatti, è l'effetto visivo che non ci può lasciare indifferenti. Sin dai primi secondi, The Spirit, ci appare come un fumetto che prende vita e non come una semplice e banale trasposizione cinematografica dell'ennesimo comic book. Altro aspetto importante è capire che siamo di fronte all'intrattenimento puro, un film creato per divertire e far luccicare le pupille. E, credetemi, ci riesce benissimo. Miller è riuscito a fare un film a colori, in bianco e nero. O viceversa. Cioè, per essere a colori è a colori, ma pare essere in bianco e nero. Puro stile Miller. Restituisce dignità ai fumetti che approdano al cinema. Crea un nuovo modo, certo non semplice (e meno male, quantomeno ci eviteremo la classica valanga di registi emulatori e incapaci), di proporre i fumetti in celluloide. Molto di più di quello che è stato fatto con Hulk (di Ang Lee), pessimo lungometraggio dove la soluzione di più "vignette" nello schermo che strizzavano l'occhio ai fumetti, erano la cosa più bella. Frank Miller ha rispetto dei fumetti e del suo pubblico, che lo ha accolto e acclamato come una rock star, tanto da cercare di portarli così come sono al cinema. Ne ha meno del mondo hollywoodiano, pur amando a dismisura il cinema, che lo ha rinnegato ai tempi di Robocop 2, ecco perché non si limiterà mai a una semplice trama che accontenti tutti, in nome di un incasso che decreta sempre quanto bello sia un film. Con The Spirit va oltre la trama (tra l'altro pare che la sceneggiatura non sia mai stato il suo forte), e costruisce una storia raccontandola per immagini. Stupende immagini (da non perdere i titoli di coda). Con The Spirit costruisce un fumetto e ne fa un film d'intrattenimento e spettacolare, sicuramente molto divertente e non solo per certe situazioni che spesso diventano grottesche. Lo stesso Miller da qualche parte ha dichiarato che non avrebbe mai concesso i diritti delle sue opere ai produttori cinematografici, salvo poi rimangiarsi tutto perché Rodriguez (con il quale ha diretto Sin City) gli ha insegnato che con le tecnologie attuali avrebbe potuto "disegnare" i suoi film. Dice di sentirsi come un bambino che gioca con i suoi nuovi giocattoli, perché è chiaro che le sue opere si basano sulle immagini. Chi va a vedere i film di Frank Miller deve mettersi il cuore in pace e accettarlo: probabilmente le sceneggiature avranno qualche problema, ma i dialoghi e le immagini spesso deliranti, bastano a pareggiare i conti con la carenza di una sceneggiatura perfetta dove tutto torna fino al colpo di scena finale che ci spiega l'intera storia e ci manda a casa felici, sicuri che sarà l'ultima (o quasi) volta che vedremo quel film. The Spirit, invece, sarà uno di quei film che rivedrò ancora e ancora perché ha tanto altro da dire oltre che raccontare le mirabolanti avventure di un incredibile super eroe senza macchia. Ci racconta di quante macchie abbia, in realtà, questo eroe, di quanto amore sia capace di provare un uomo per la propria città, l'unico essere femminile incapace di tradirlo e di come forte sia l'attaccamento ad essa quando l'unico modo per smascherare una traditrice materialista è difenderla a costo della propria vita. Ci racconta, inoltre, di quanto il regista ami le opere di Will Eisner, e il fumetto in generale, di quanto sappia scegliere bene gli attori (da non sottovalutare la scelta di un poco conosciuto attore per la parte di Spirit e quella di un gigante per il cattivissimo Octopus). Di quanto sia divertente la violenza dei cartoon "dal vero" e di quanto un'opera sola possa citare indistinguibilmente sia dal fumetto che dal cinema per il puro gusto di omaggiare tutto ciò che ci piace di questo triste mondo. Non dimentichiamo, poi, che questa è una storia hard boiled ambientata negli anni trenta, apparsa negli anni quaranta e adattata ai giorni nostri. Solo un artista dotato di grande talento avrebbe potuto compiere una tale acrobazia rendendo certe situazioni ancora accettabili a distanza di anni.
Insomma, andate a vedere The Spirit, sono tante le chiavi di lettura che potete usare, vedetelo un po' come vi pare, e poi magari mi raccontate cosa avete visto.
The spirit
Regia di Frank Miller
Con Gabriel Macht, Samuel L. Jackson, Eva Mendes, Scarlett Johansson, Paz Vega, Jaime King, Sarah Paulson, Stana Katic.
Tratto dall'omonimo fumetto di Will Eisner.
Per chi non fosse d'accordo con me può sempre leggere la recensione di Andrea accedendo da questo link.
6 commenti:
Ecco fatto!
Yes!
Vorrei vederlo, ma non so se ce la farò (parlo del grande schermo, ovviamente).
Il trailer mi era piaciuto, e la tua "disputa" con Carburo mi ha interessato ancora di più.
E poi è roba di Eisner...
E i fumetti di Spirit mi piacevano...
Bello cupo il nuovo look del blog. Forse però è un po' faticoso leggere le scritte in bianco così piccole su sfondo nero. Dopo un po' c'è un effetto "frittura" che crea qualche problema.
L'atmosfera però è migliore di prima!
Penso che ti divertirai a vederlo.
Per il blog mi sono reso conto che è più faticoso del previsto fare delle modifiche dopo che hai già scritto tanti post. Avrei dovuto crearne uno da zero. Il testo ora è in grigio, forse è meno fastidioso.
Vere tutte e due le cose.
1. E' difficile fare modifiche dopo che il blog è in "avanzato stato di pubbicazione".
2. Ora col grigio è molto meglio!!!
E poi non ha molto senso fare un altro blog, a meno che il nuovo blog non sia davvero un "altro" blog, del tutto diverso dal primo come contenuti, toni, atmosfere, ecc.!
Beh no, infatti, non avrebbe avuto senso... però ci ho pensato: Bof!
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