"Te lo dico subito: non posso essere tua amica!"
"Quanti anni hai?", "dodici, circa..."
"Hai uno strano odore..."
"Oskar, tu devi picchiarli. Devi difenderti!", "Ma loro sono in tre...", "Allora picchiali più forte!"
"Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?", "Lo so, ma non ce la faccio più!"
"Perché ti sei spogliata? Sei fredda!"
"Eli, vuoi metterti con me?", "Non possiamo lasciare le cose come stanno ora?", "Si, forse hai ragione...".
"Oskar?! Oskar?!... Grazie!"
"Vattene! Oskar, vattene!
"Lasciami entrare, devi invitarmi...", "E cosa accade se non ti invito? Se entri lo stesso?"
"Non sei morta?! Sei viva?", "Non si vede?"
"Tu lo faresti per vendetta, io devo farlo per vivere..."
"... Tua Eli!"
Lasciami entrare non è un horror, né un thriller. Dal romanzo di John Ajvide Lindqvist, il regista Tomas Alfredson, mette in scena un dramma adolescenziale e poetico.
Crepuscolare e cupo, racconta di Oskar, un adolescente ai margini che cerca disperatamente rapporti d'affetto sincero. La sua dolcezza è la causa che spinge i suoi compagni a prenderlo in giro e picchiarlo e la sua curiosità da adolescente lo spinge verso una tenera amicizia con una "vecchia" dodicenne che non potrà mai avere una vita normale. Eli ne sa quanto Oskar, sulla vita, l'amore e il sesso; lui crescerà, un giorno, mentre lei è morte pur essendo viva e il suo sesso ferito e cicatrizzato è la dimostrazione che è priva dell'essenza vitale. Crea solo morte, la letale Eli. Deve uccidere, per poter vivere. È costretta a farlo e lo fa senza cattiveria.
Non c'è spettacolarità, in questa pellicola. Non c'è sensazione né colpi ad effetto. Non servirebbero a raccontare quanto sia difficile crescere e restare ai margini. Non darebbero nulla di più a una storia lineare e ben raccontata con dei dialoghi credibili e naturali.
Alfredson da per scontati tutti i luoghi comuni che Hollywood ci ha insegnato sui vampiri e ci ricama sopra una tenera storia di vita e riscatto sociale.
"Oskar, io ti piaccio?", "Oh si!", "E ti piacerei anche se fossi un ragazzo?", "Si, certo...".
Lasciami entrare
regia di Tomas Alfredson
con Kare Hedebrant, Lina Leandersson.
Tratto dall'omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist.
"Quanti anni hai?", "dodici, circa..."
"Hai uno strano odore..."
"Oskar, tu devi picchiarli. Devi difenderti!", "Ma loro sono in tre...", "Allora picchiali più forte!"
"Ma ti rendi conto di cosa hai fatto?", "Lo so, ma non ce la faccio più!"
"Perché ti sei spogliata? Sei fredda!"
"Eli, vuoi metterti con me?", "Non possiamo lasciare le cose come stanno ora?", "Si, forse hai ragione...".
"Oskar?! Oskar?!... Grazie!"
"Vattene! Oskar, vattene!
"Lasciami entrare, devi invitarmi...", "E cosa accade se non ti invito? Se entri lo stesso?"
"Non sei morta?! Sei viva?", "Non si vede?"
"Tu lo faresti per vendetta, io devo farlo per vivere..."
"... Tua Eli!"
Lasciami entrare non è un horror, né un thriller. Dal romanzo di John Ajvide Lindqvist, il regista Tomas Alfredson, mette in scena un dramma adolescenziale e poetico.
Crepuscolare e cupo, racconta di Oskar, un adolescente ai margini che cerca disperatamente rapporti d'affetto sincero. La sua dolcezza è la causa che spinge i suoi compagni a prenderlo in giro e picchiarlo e la sua curiosità da adolescente lo spinge verso una tenera amicizia con una "vecchia" dodicenne che non potrà mai avere una vita normale. Eli ne sa quanto Oskar, sulla vita, l'amore e il sesso; lui crescerà, un giorno, mentre lei è morte pur essendo viva e il suo sesso ferito e cicatrizzato è la dimostrazione che è priva dell'essenza vitale. Crea solo morte, la letale Eli. Deve uccidere, per poter vivere. È costretta a farlo e lo fa senza cattiveria.
Non c'è spettacolarità, in questa pellicola. Non c'è sensazione né colpi ad effetto. Non servirebbero a raccontare quanto sia difficile crescere e restare ai margini. Non darebbero nulla di più a una storia lineare e ben raccontata con dei dialoghi credibili e naturali.
Alfredson da per scontati tutti i luoghi comuni che Hollywood ci ha insegnato sui vampiri e ci ricama sopra una tenera storia di vita e riscatto sociale.
"Oskar, io ti piaccio?", "Oh si!", "E ti piacerei anche se fossi un ragazzo?", "Si, certo...".
Lasciami entrare
regia di Tomas Alfredson
con Kare Hedebrant, Lina Leandersson.
Tratto dall'omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist.
4 commenti:
Un saluto e buon w.e.
Ciao, Dual, buon fine settimana anche a te.
Voglio vederlo.
si, e poi magari ci riazzuffiamo, ahahah!
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