Quando ho immaginato la serie dei post "... non è gente" volevo esercitarmi in qualcosa che non avevo mai fatto. Mi piaceva l'idea di cominciare a scrivere dei pezzi che potessero assomigliare sempre più a dei monologhi (quasi) comici. Qualcosa che prendesse dalla realtà e che portando alla luce fatti reali provocasse poi una risata. Non sono un comico, quello è un lavoro serio. Lo penso veramente. Ma penso che un autore, se vuole lavorare, deve sapersi confrontare con più registri di narrazione. Mi sto rendendo conto che per ora è una forzatura percorrere questa strada e che, in definitiva, è una strada molto lunga, da percorrere. Quindi mi lascerò più libertà e continuerò a scrivere questi pezzi con la speranza di ottenere un giorno il risultato sperato. Per ora mi accontento di levarmi qualche sassolino, che non guasta mai.
Non mi piace nascondermi. Comunque sia, in quello che faccio, ci metto sempre la faccia.
E' un mondo di persone che si nascondono cercando comunque di influenzare piccole e grandi situazioni.
Sono tante le persone abituate a non esporsi, perché la paura di non essere accettati è grande. E' normale. Se non vieni capito nessuno può darti ragione e di conseguenza nessuno può essere dalla tua parte. Allora che fai? Semplice, ti nascondi. Bravo. Ciò che pensi non lo dici. Bravissimo.
Attendi di trovare una folla che urli qualcosa che assomiglia al tuo pensiero e cominci a urlare con loro. Hooligan! La sindrome del branco regna sovrana.
Oppure ti comporti come Iago. Non sai chi è Iago, vero? Però ti senti comunque un figo a urlare un pensiero che non ti appartiene. Iago è un personaggio di Otello (La tragedia di Othello, il moro di Venezia), tragedia scritta da William Shakespeare intorno al 1600.
Iago insinua subdolamente un sospetto nel protagonista Otello e continua con mezze frasi fino a che spinge lo stesso moro (Otello) a uccidere la propria moglie Desdemona. Fine.
C'è questa moda di non dire mai, o quasi, cosa si pensa realmente per sparlare poi di nascosto attendendo che le cose sfuggano di mano e la miccia innescata possa esplodere distruggendo tutto.
Sparlare di nascosto è meglio che parlare esponendosi, vero?
Distruggere una situazione è meglio che esporsi costruttivamente per migliorarla, vero?
Il fatto è che parlare è difficile. Oggi non si parla. Oggi si gesticola. Si mandano messaggi criptati, oggi. Esprimersi è una parola grossa, perché comprende l'impegno a farsi capire. E farsi capire è un impegno troppo faticoso.
Ai tempi dei cavernicoli un uomo sceglieva la propria donna con una botta bene assestata della clava. Un diverbio veniva risolto con lo scontro fisico e oggi le cose sono tornate a essere così.
Dire a una donna che ti piace e che avresti interesse a fare del sesso sano con il rischio di essere deriso e rifiutato (scegliete voi l'ordine) è diventata una cosa da evitare come la peste. Meglio non dire nulla. Meglio lo stupro.
Dire a una persona che non sei d'accordo con lui e spiegare anche le tue motivazioni è uno sforzo immane perché l'abitudine a parlare (con calma o meno) si è persa. Meglio fare gestacci. Meglio lo scontro fisico.
Ma chi si nasconde non è un uomo. Chi si nasconde, non è gente. Davvero.
Preferisco chi mi urla in faccia. Preferisco affrontare un gruppo di persone che non è d'accordo con me (è difficile affrontarle tutte insieme, specialmente se ognuno ha pure una posizione diversa, ve lo posso assicurare! E' difficile e non è carino. Ci rimani male ogni quindici secondi), piuttosto che nascondermi. Io ho le mie idee, giuste o sbagliate, ma sono idee genuine, sincere e cristalline. Sono un libro aperto e ne vado fiero di questo. Tendo a non parlare di cose che non conosco, ma mi documento se una questione val la pena di essere discussa.
Io ci metto la faccia. Ho le spalle larghe e mi confronto. Mi prendo i rimbrotti, mi prendo tutto ciò che devo e pure ciò che non merito. Metto in saccoccia e porto a casa. Ma parlo, mi spiego. Ci provo. Non mi nascondo e di questo posso essere fiero. Come sono fiero dei rapporti che nascono dopo questi confronti perché saranno basati sulla sincerità.
Chi si nasconde, invece, si deve vergognare. Specialmente se il giorno dopo incontrandoti per strada ti dice:
-Ciaaaaaaaaao. Mi dispiace per ieri. Spero che stia meglio oggi. Spero che tu abbia risolto.-
Vergogna.
Io sto bene, anzi benissimo. Ci ho messo la faccia e oggi sto sereno.
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