venerdì 15 ottobre 2010

il collezionista #7.9

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Capitolo 9
Il suo nome è Nero, figlio di Joe, un Bracco Italiano, e una bastardina senza nome della zona.
Sua madre è ormai morta da qualche tempo. Suo padre Joe, invece, non lo vede da anni, lo ha lasciato che custodiva un portone il quale, dicono, chiuda un varco dimensionale.
Come per suo padre Joe, sono stati i ragazzi della zona ad appioppargli questo nome. Nero.
Il cucciolo si ritrovò nelle campagne, dopo la morte di sua madre, e pian piano rientrò nel paese che gli diede i natali. Divenne subito la mascotte del luogo e sebbene fosse sempre ben visto dai ragazzi nessuno se lo portò mai a casa per dargli un tetto.
Durante il suo peregrinare, un giorno, si era ritrovato ancora una volta nelle campagne, e quel giorno la sua vita era cambiata. Si era reso conto che nonostante tutto, non c'era nessuno al mondo che poteva dargli ciò di cui aveva bisogno e neanche lui, in realtà aveva mai capito quali fossero i suoi bisogni reali.
Nero era fatto così, pieno di contraddizioni e senza vere radici. Si sentiva cittadino del mondo ma non era mai andato oltre le campagne. Soffriva di solitudine ma non riusciva a resistere in luoghi affollati. Nero era particolare, prendere o lasciare. Nessuno se lo prendeva, infatti. Non ne era soddisfatto.
E' con questo stato d'animo che si era ritrovato ad attraversare la strada proprio mentre arrivava la Renault gialla.
La sua insoddisfazione crescerà esponenzialmente. Sebbene sia un cane, svilupperà emozioni particolari che lo porteranno a vivere con un peso addosso insostenibile.
Conoscerà un giovane scrittore. Ormai adulto, Nero, si lascerà avvicinare solo da lui. Finché un giorno d'inverno si butterà sotto le ruote della sua auto. Nessuno si accorgerà della sua scomparsa. Nero, semplicemente, non esisterà più.
Il giovane scrittore dedicherà a quel cane un libro di poesie che non comprerà nessuno.
Comincerà a scrivere un romanzo, allora, con l'intento non troppo velato di raccontare il grande gioco della vita. Si accorgerà presto che le sue storie grottesche saranno superate di gran lunga da una realtà ogni giorno più incredibile. Smetterà dunque di scrivere e comincerà a guardare il telegiornale, di professione.
Il suo romanzo incompiuto comincerà così:
Capitolo 1
-Sei! Sei morti... anzi, per il momento cinque...-
Uno era un ragazzo sui venticinque anni che era uscito di casa sbattendo la porta dopo un violento litigio con la propria madre.
-Guarda che io ti ho permesso di andare a quella stupida festa in terza liceo!-
-Come al solito non ti ricordi un cazzo! Non ci andai, invece. Mi avevi punito, stronza!-
Si chiamava Alex, aveva dimenticato quell'episodio, ma sua madre aveva questo talento e nei momenti più improbabili andava a ricordare in modo approssimativo e parziale avvenimenti inutili del passato. E' per questo che decise di ucciderla. Per questo o qualunque altro motivo.
Un'altra era Lili e per uno strano caso del destino si trovava nella stessa auto di Alex, nel momento dell'impatto al Guard rail.
Alex, dopo aver assassinato sua madre, andò a casa di Lili e, insieme, si sarebbero recati al parcheggio dei fidanzati a bordo della Renault gialla, ma come sappiamo non ci sono mai arrivati.
La seconda auto coinvolta nell'incidente era una Nissan guidata da un vecchio che nonostante tutto non aveva mai smesso di amare sua moglie.

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