lunedì 18 ottobre 2010

il collezionista #9

Una ventiquattrore in pelle nera:

Ho imparato che non puoi fare nulla per cambiare le persone se non sono loro a volerlo. Ognuno di noi ha una vita a disposizione per farlo ma questo non significa granché se non impari a capire qual'è il tuo tempo e il tuo spazio in questo tempo.
Ho imparato che alla fine dei conti siamo tutti nella stessa barca e che è difficile imparare a remare nella stessa direzione.
Sono troppe le distrazioni per individuare i veri problemi e si finisce sempre di voler risolvere i più inutili.
È questo che posso lasciarti, nulla di più, perché non sono la persona giusta per raccogliere altri oggetti. Nessuno dovrebbe accollarsi questa responsabilità.

Quando l'omino bussò alla mia porta avevo la mia vita, il mio credo, le mie preoccupazioni e tanto mi bastava.   Lui ha cominciato questa collezione per hobby, nessuno lo aveva spinto a farlo. Gli piaceva semplicemente conservare cose che in qualunque altro modo sarebbe impossibile, o quasi, mettere da parte. Poi, mi disse, incontrò un vecchio e in quel momento capì. Mentre il vecchio moriva, lui capì che non c'è nulla di meglio che vivere e aspettare che qualcosa accada.
Non ne aveva più bisogno, di questa ventiquattrore. Non aveva più bisogno di raccogliere esperienze altrui. Oggetti appartenuti a strane storie.
Fu così che scelse una porta a caso e si presentò a me.
Io non voglio lasciarti nessuna responsabilità oggettiva. Io ti lascio la valigetta. Decidi tu cosa farne.

Tutto quello che accade nel mondo non è perfettamente casuale ma il risultato di lunghissime operazioni. È come dire che in una somma algebrica a un certo punto inseriamo "-1" in luogo di "+1". Il risultato cambia e come. Ma se continuiamo a inserire numeri con il segno negativo, poi, non dobbiamo stupirci del risultato.
I segnali che il risultato sarà comunque negativo sono attorno a noi. Sono nell'aria. Sono dentro di noi. Nella nostra rabbia e in tutto quello che pensiamo e facciamo.
Non sto dicendo che il futuro è già scritto, non fraintendermi. Ognuno è padrone del proprio destino e quindi del destino collettivo.

Sei libero di vuotarne il contenuto e di buttarlo via. Di riempirla di altri oggetti o di continuare questa collezione. Quella che ti lascio è una semplice ventiquattrore in pelle nera.

Fine.

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