venerdì 8 ottobre 2010

il collezionista #7.5

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Capitolo 6
Stefano, ormai scrittore e poeta affermato, sarebbe andato a far visita ai carcerati della sua città.
Sarebbe stato un uomo di grande cultura e saggezza e proprio per questo motivo molto apprezzato da tutta la comunità. Di quella giornata Stefano avrebbe ricordato in particolare l'incontro con tre detenuti:
Il primo sarebbe stato un uomo a cui avrebbe raccontato di quel giorno imprecisato di un anno confuso ormai nel tempo e con il pene eretto tra le mani, quando confessò di avere un dubbio. L'avrebbe raccontato in modo poetico, come solo lui riusciva a fare, ma lo avrebbe fatto in modo mascolino e ammiccando, solo come si rivolge un uomo a un altro uomo.
La seconda sarebbe stata l'amica di Lili, incarcerata per l'omicidio del proprio fidanzato sorpreso durante un tradimento dopo undici anni di fidanzamento.
Il terzo detenuto sarebbe stato un uomo finito in galera per l'omicidio del proprio fidanzato, dopo aver scoperto che non si trattava d'altri che di una donna nei panni di uomo.
Nicola fra una settimana avrebbe incontrato una donna molto più grande di lui e se ne sarebbe innamorato. L'avrebbe vista scendere da un Mercedes CL Nuova generazione e le sarebbe andato incontro senza pensare alle conseguenze. Soltanto successivamente avrebbe notato nell'auto due bambini ma ancora una volta non avrebbe pensato a nient'altro se non a se stesso e alla sua passione.
Come in un sogno gli attimi si sarebbero susseguiti diventando situazioni più concrete. La donna si sarebbe lasciata sedurre per concedersi infine a Nicola che ormai avrebbe perso del tutto la testa. Finita la magia, il ragazzo, si sarebbe ritrovato con un pugno di mosche e avrebbe capito di essere stato usato alla luce del sole senza mai capirlo.
Francesco, dal canto suo, avrebbe raggiunto quel genere di immortalità a cui sono destinate le rock star. Sarebbe morto, sparato alla tempia, per mano del suo più grande fan.
In realtà, lo sceneggiatore di fumetti, raggiungerà comunque quel tipo di immortalità sopratutto grazie alla sua prematura morte.
Secondo un calcolo quantistico rapportato alla teoria dello spazio-tempo utilizzando (con conseguenti polemiche negli ambienti scientifici) la tecnica del teletrasporto quantistico, il Professor Abelardi (Premio Nobel per la Scienza, 2074), stabilirà che Francesco avrebbe potuto suicidarsi all'età di sedici anni al 92,4%. Anche in questo caso, secondo la sensazionale scoperta dello scienziato, il Poeta sarebbe entrato nell'olimpo dei talenti morti prima dei trent'anni scrivendo una pagina indelebile nella memoria collettiva umana.
Qualche anno dopo, il Prof. Abe, come amava chiamarlo suo padre adottivo, farà (comunque vadano le cose) una scoperta che avrebbe potuto cambiare la storia dell'umanità.

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