domenica 10 ottobre 2010

il collezionista #7.6

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...Continua da #7.5
Capitolo 7
-Avverti in caserma che siamo sul posto.-
-Agli ordini marescià!-
-Appodia, fallo e basta! Io scendo a dare il primo soccorso.-
-Ehm... Brigadiere?... Siamo arrivati, si... Sette! Sette morti. Anzi, per il momento sei. E' un bel casino, quattro macchine! No, brigadiere, ancora non conosco la dinamica... No, no, ancora nessuna ambulanza. Ma... è stata avvertita?... Sarà, ma qui c'è solo l'omino che ci ha chiamati...-

-Maresciallo Pisu. Ci ha chiamati lei?-
-Si, io. Erano già... morti tutti. Beh, tranne lui. Spero di essere stato il primo a passare, perché sarebbe grave sapere che qualcuno... che non si sia fermato nessuno, insomma.-
-Bof! Non sarebbe la prima volta. Comunque, vedo che li ha estratti tutti dalle auto. Non avrebbe dovuto, sa'?
-Capisco... ma pensavo che ormai da morti... comunque quello della Renault bianca è rimasto dentro.-
-Vedo, vedo. Ma quello probabilmente non riusciranno a toglierlo intero neanche i Vigili del fuoco! A proposito, l'ambulanza?-
-Voi siete i primi, e ce ne avete impiegato di tempo...-
-Beh, ci ha chiamati mezz'ora fa, ci lasci arrivare, no?-
-Si, si, non volevo... Comunque non ho potuto far nulla neanche per il vecchio, se non farlo parlare per incoraggiare me stesso e per saperlo vivo. Non so se ho fatto bene.-
-Bof! A quanto ne so, parlare, non ha mai ucciso nessuno! E mi dica, ha parlato?-
-Maresciallo è da mezz'ora che farnetica! Ha raccontato la vita di una marea di gente. Penso... penso che abbia raccontato anche... la vita di questi poveretti morti!-
-Mmm... e di me? Ha detto nulla di me? Senta, lei è stanco. La ringrazio per quello che ha fatto. Ora vada dall'Appuntato e dia le sue generalità. Fra poco potrà andare a casa...-

-Buonasera, signore, mi sente? Sono il Maresciallo Pisu. Sa dirmi il suo nome?-
-Non lo ricordo, Maresciallo... Giulia, la sua compagna, grazie a lei sarà una donna felice. La sua storia è ancora tutta da scrivere, Romeo. Non si arrenda mai.-
-Conosco una signora Giulia ma... non è la mia compagna. E poi come fa a conoscere il mio nome? Non lo conosce nessuno da queste parti!-
-L'omino raggiunge il buon Appodia, il fido Appuntato del Maresciallo Pisu. Gli verrà chiesto di raccontare la dinamica dell'incidente ma non potrà farlo. Nessuno sa come sia andata veramente. Nessuno conosce tutti i dettagli. Il cane che taglia la strada alla Renault gialla che esce fuori strada; La Nissan che gli andava dietro e che scansandola ha invaso la corsia andando contro una vecchia Fiat che veniva nel senso opposto; La Renault bianca dietro la vecchia Fiat, che ha completato l'opera. Ognuno di loro conosce solo il pezzetto della propria morte. Nessuno conosce tutto il disegno. Nessuno tranne il cane... Quel povero cucciolo dalla vita difficile. La prego, dica a mia moglie...-
-Qualunque cosa, a patto che parli!-
-Le dica che non ho mai smesso di amarla. Che nonostante tutto ancora la amo. E' pur sempre una zoccola, ma non smetterò di amarla.-
-Non si preoccupi, glielo potrà dire di persona, questo.-
-Sto morendo. Sento freddo. I miei occhi... non ci vedo più.-
-Su, su, non faccia così...-
-L'omino era un collezionista. A dire il vero, uno strano collezionista. Per tutta la vita aveva conservato gelosamente insegnamenti. Non spiegazioni. Non resoconti o parabole. Neanche metafore. Collezionava cose, stralci di storie vissute, sogni e pensieri in fiala. Veri insegnamenti. E non importava se questi erano frutto di situazioni dolorose. La saggezza è il risultato di una faticosa equazione...-
-Bof! Mi sta spaventando, lo sa?-
-Uno di loro non si era accorto di nulla. Aveva continuato a vivere e così a influenzare, con la propria presenza, il corso degli eventi.-

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto difficile dare un giudizio sui tuoi lavori. Posso analizzarli dal basso del mio piccolo bagaglio culturale.
Usi le parole in modo inconsueto...mi spiego, non credo di avere mai letto nulla di simile (che dovrebbe essere un complimento). Associo l'uso che fai delle parole al modo in cui alcuni grandi pittori del novecento hanno fatto in pittura usando i colori. In modo evocativo. I tuoi racconti sono sempre diversi, nel senso che se li rileggo domani con uno stato d'animo differente gli elementi si rimescolano in modo che il "quadro" mi appare in modo diverso.
I personaggi sono un pretesto il vero protagonista è il Destino. Il Destino che fa incontrare per caso delle persone e gioca con la loro vita e con la loro morte.

Francesca

marcello ha detto...

Ciao Fra'.
Ma tu sei troppo gentile quando parli delle cose che scrivo.

Come ti ho già detto una volta, per Il Collezionista, mi sembra che hai colto parecchio nella tua interpretazione. Ma il destino che intendo io non è mai quel futuro già scritto che s'intende di solito. Il "mio" destino è dato dalle scelte dei personaggi. Quindi ognuno se lo può creare il proprio destino, anche se in alcuni casi il risultato non cambia granché, ma questo non conta. Vuoi mettere cercare di costruirsi un futuro?