sabato 2 ottobre 2010

gli automobilisti... non è gente

Ciò che m'interessa, fondamentalmente, è farmi capire.
A volte sto li delle ore per cercare di ribadire un concetto espresso ma non sempre riesco a farmi comprendere, così non ci dormo la notte perché tutte le parole usate mi ritornano indietro come un boomerang.
Ok, spesso pure io sono difficile, lo ammetto, ma altrettanto sovente mi pare di parlare con pareti insonorizzate e questo mi fa pure più rabbia.
In auto no.
In auto non me ne frega un cazzo di farmi capire. Non ne ho proprio voglia di star li a spiegarmi. Non voglio proprio discutere, in auto.
Sono in totale relax, quando guido. Sigaretta sulla sinistra che tiene il volante. Destra sulle marce che prima e seconda e (forse) terza non me le toglie nessuno.
Salgo in auto e mi faccio i cazzi miei. Sto li a ragionare e guardare la strada che non vedo proprio nessuno. "Salutare no?" "Eh?" "Dico di salutare quando passi in macchina!", classico.
A volte però accadono delle cose che mi lasciano basito. Situazioni arcane che nonostante capitino ogni due chilometri, non riesco mai a decifrare. Storie ai confini della realtà. Svolti e ti ritrovi una macchina parcheggiata proprio li, a neanche un metro dall'incrocio; sei sulla statale a pieno gas e appare dal nulla una scatola di cartone enorme perfettamente chiusa. "Sarà mica piena?" Vabbè, la eviteresti sempre e comunque; Torni a casa (vivi in un vicolo) e ti ritrovi un'auto parcheggiata proprio davanti al tuo portone. Dopo due ore scopri che qualcuno ha fatto visita al vicino...
Immagino che queste cose accadano soltanto a me nell'universo. Forse solo sul pianeta Nibiru c'è qualcun altro che...

Durante gli anni trascorsi a guidare -e si può discutere all'infinito ma l'esperienza è tutto- ho imparato alcune cose fondamentali che nessuno ti insegna. E infatti pochi imparano.
Indicatore di direzione.
Sulla statale vedo tantissimi che a metà sorpasso azionano la freccia e poi la tengono per sempre. Non la levano mai più. Gli indiani a loro fanno un baffo. Solitamente si disattiva dopo uno scontro con un autocingolato che non riesce proprio a capire cosa diavolo vuol fare che ha la freccia da quando è nato.
Gli indicatori di direzione (o frecce), come dice la parola stessa, indicano agli altri cosa stai per fare. Se decidi di sorpassare, azioni la freccia indicando che stai facendo un movimento laterale e poi sorpassi mentre la disattivi (solitamente si disattiva in autonomia). Se stai poi sulla corsia di sorpasso, a sorpassare ventuno macchine, ha poco senso tenerla azionata. GLI INDICATORI DI DIREZIONE NON DICONO: STO SORPASSANDO. No.
Oppure. Sono su una strada secondaria e davanti a me un'auto che va nella mia stessa direzione. Aziono l'indicatore di destra per svoltare e lui lo stesso. La curva è lunga e io disattivo la freccia. Lui no. Arriviamo alla fine e attendiamo di immetterci nella nuova strada. Lui ha ancora la freccia che urla. Dobbiamo fare un movimento a sinistra e lui tiene ancora l'indicatore destro. Perenne. Ora: io so già cosa devi fare, perché abbiam fatto lo stesso percorso e perché non puoi fare altro. Per chi è quella freccia, quindi? Chi arriva a 325 orari sulla corsia dove dobbiamo immetterci, non la vedrà mai quella maledetta freccia. Spegnila, ti prego. Chiedi semmai che ti lascino un po' di spazio per passare entrambi, no? Basta azionare quella di sinistra e magicamente (oddio, non sempre) sfrecciano a 328 orari sulla corsia di sorpasso così tu puoi immetterti entro oggi.

Ma l'apice lo raggiunge chi durante il suo viaggio (da casa al bar tabacchi) trova 1846 auto parcheggiate sulla destra in una strada larga 70 cm e mi vede arrivare... Mi vede da lontano. Sono già a metà e vedo la luce di quel maledetto tunnel ma lui decide comunque di avventurarsi nella foresta d'asfalto.
La storia della destra vale per tutte le situazioni, in auto, non è un proverbio antico. Se tu hai la corsia di destra occupata e mi vedi arrivare (perché la mia corsia è libera) devi lasciarmi passare, tanto più che oramai mi mancano due metri a terminare l'operazione. Cosa ti vai a infilare, se non riesci a parcheggiare in uno spazio di quattro metri per quattro? E quando arrivano proprio di fronte mi guardano perplessi: "e mo'?" "Ho capito, va, non oso immaginarti fare retromarcia. Per carità, non voglio averti sulla coscienza. Faccio io", e torno indietro per farlo passare. E lui passa senza neanche guardarti. "Ringrazia, no?".
Ma non ne ho voglia di discutere, quando sono in auto. Bestemmio sottovoce, forse, ma dimentico subito tutto e torno a farmi i cazzi miei proprio nel momento in cui il mio amico, a piedi, mi saluta. 
Giuro, non l'ho proprio visto.

9 commenti:

Carburo ha detto...

bello!

(secondo me ti è venuto in mente rimettendo mano all'ultimo collezionista)

Davide "boldraker" Boldrini ha detto...

un po' come i disegnatori...
non è gente! :)

marcello ha detto...

@Carburo: Non proprio, però ci ho pensato anche io, mentre lo scrivevo. Il fatto è che me ne capitano davvero tante, almeno ogni due chilometri.

@Davide Boldrini: AHahah... non si dice, però. E poi, comunque, quando vedi certe tavole...

Daniele Mocci ha detto...

Si dice, eccome se si dice!
(sia che "la gente non è gente!" sia l'altra!).

Ma vuoi fregarmi il pianeta Nibiru?
Sai (o forse non sai...) che Nibiru è il pianeta che ha ispirato il nome di Nabiroo, il pianeta di Carognoso/Carrion?

Beh, ora te l'ho detto!

Misteri (o certezze) di chi vive
in mondi inesistenti...

marcello ha detto...

Del Pianeta Nibiru te ne ho parlato 10 anni fa Dani, ti ricordi? E' sempre lo stesso pianeta.
Si me lo hai detto che lo avevi usato (ti eri ispirato a lui) per Carrion.
E poi le idee stanno nell'aria...

Vabbò, ma tecnicamente parlando, che dite? Uno cerca di aprirsi strade e nessuno dice nulla? Questo è un cambio di genere...

Daniele Mocci ha detto...

Naturalmente quella cosa di Nibiru era una scherzosa parenesi (e tra l'altro, ovviamente, io non mi ricordo di quella roba che tu mi dicesti 10 anni fa... non ho davvero più la memoria di una volta... maledetta vecchiaia!!!)

Poi per la questione del cambio di genere, beh... vado controcorrente (rispetto a te) e ti dico che... no!... non è un cambio di genere!... non è che tu stai cercando di aprirti una nuova strada!... è solo che in questo momento hai una "visione periferica" più ampia.
Ma sei sempre tu... non è una questione di generi... è una questione di spazi.

E, credimi... è molto meglio così!

marcello ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
marcello ha detto...

Riscrivo in italiano, visto che l'altro commento era incomprensibile e quindi l'ho cancellato.
Dicevo che per quel progetto di dieci anni fai e che tu ti ricordi perfettamente, si parlava (era una mia idea) di questo pianeta. Poi alcune settimane fa ne abbiamo riparlato riferendoci a Carrion.

Per il post in se stesso... Il mio è un vero sforzo rivolto a usare strutture non mie che solitamente vengono utilizzate in altri generi.

marcello ha detto...

Oh mamma anche qui l'italiano...